Pizzeria Sorbillo Napoli. La pizza leggendaria

Via dei Tribunali, una storica strada napoletana conosciuta anche come “la via della pizza”, è il luogo dove si intrecciano le strade dei turisti, dei residenti e delle rinomate pizzerie. Tra queste, spicca la pizzeria Sorbillo di Gino Sorbillo, diventata una leggenda sia per i napoletani sia per i visitatori provenienti da tutto il mondo.

Cosa rende questa pizzeria così speciale da far sopportare, talvolta, anche più di un’ora di attesa in piedi? La risposta è semplice e scontata: la pizza. Qui, la pizza non è solo un piatto, ma un vero e proprio credo religioso. Esploreremo da vicino l’esperienza di gusto, atmosfera e location offerte da Sorbillo, nonché la sua storia.

Gino Sorbillo: la pizza diventa un credo religioso

Nel corso degli anni, Gino Sorbillo ha aperto pizzerie in numerose località nazionali e internazionali, tra cui Miami, New York e Tokyo. A Napoli, conta ben cinque punti vendita, ma la sua pizzeria storica in Via dei Tribunali rappresenta la sfida diretta all’altra leggendaria pizzeria partenopea: Michele a Forcella. Una volta superata l’impresa di entrare (poiché non si accettano prenotazioni telefoniche, ma si lascia il proprio nome all’arrivo), ci si trova in un ambiente essenziale e quasi spartano. Sorbillo ai Tribunali non si sceglie per l’arredamento, bensì per gustare una vera pizza napoletana. I tavolini in legno o marmo si affiancano al tavolo di preparazione, proprio di fronte al forno. I tavoli, ravvicinati per favorire la convivialità, talvolta portano anche a condividere lo spazio con sconosciuti. I bicchieri, il menu e gli involucri delle posate sono in plastica, mentre le tovagliette sono di carta, ma il marchio “Sorbillo” campeggia ovunque. Non appena ci si siede, la pizza arriva prontamente, e il servizio si distingue per la gentilezza, la sollecitudine e la cortesia. Senza dubbio, qui la pizza diventa un vero e proprio credo religioso!

La storia della famiglia Sorbillo: una tradizione di pizzaioli dal 1935

La pizzeria Sorbillo di Via dei Tribunali è stata la prima di una lunga dinastia di pizzaioli. Fondata nel 1935 da Luigi Sorbillo e sua moglie Carolina Esposito, i nonni di Gino, questa pizzeria è diventata il punto di partenza per i 21 figli della coppia, tutti destinati a diventare pizzaioli. È proprio qui che Gino ha trascorso la sua infanzia, apprendendo gradualmente tutti i segreti della vera pizza napoletana, radicata nella tradizione culinaria della città. Da adulto,

Gino si è specializzato nell’arte del pizzaiolo e ha apportato innovazioni alla centenaria tradizione familiare. Grazie alla sua notorietà mediatica, con apparizioni in numerosi programmi televisivi come giudice Maestro Pizzaiolo, nel 2016 è stato insignito del titolo di “Maestro di Arte e Mestieri” nella categoria dei pizzaioli dalla Scuola Internazionale di Cucina Italiana.

Il menu e le pizze di Gino Sorbillo: lodate anche dalla Guida Michelin

Nel corso degli anni, Sorbillo e le sue pizzerie sono entrati nella leggenda dell’arte della pizza, tanto che anche la prestigiosa Guida Michelin gli ha dedicato uno spazio. La versione più recente della Guida Michelin, nella sua sintesi online sulla pizzeria Sorbillo ai Tribunali, riporta: “In ‘via della pizza’, un nome storico propone ambienti semplici e ricchi di energia sia partenopea sia internazionale, sempre con pizze ottime e prodotti D.O.P.

Armatevi di pazienza durante l’orario di punta: se scegliete un tavolo in condivisione, l’esperienza conviviale sarà unica!”.

E, in effetti, la pizza qui è davvero indimenticabile. In primo luogo, è di dimensioni notevoli, che tendono a superare il piatto stesso. L’impasto è morbido ma consistente, con la giusta densità, e viene preparato con lievito madre per garantire un’alta digeribilità.

Le farine utilizzate provengono esclusivamente da agricoltura biologica, fornite dal Molino Caputo. Sorbillo si distingue anche per la continua ricerca di nuovi gusti, che permette ai clienti di scoprire le migliori eccellenze gastronomiche italiane attraverso le sue pizze. Tra queste spiccano il pomodoro Gustarosso, i latticini del caseificio Il Casolare e i pomodorini gialli del Vesuvio.

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